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LE DECORAZIONI

LE DECORAZIONI

 

 

BANDIERA DI GUERRA DEL BATTAGLIONE ALPINI TIRANO

bandiera

 

LABARO DEL 5° REGGIMENTO ALPINI

Labaro 5

 

CROCE di CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE D’ITALIA

Concessa all’Arma di Fanteria

 

croce
 

 

 “Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea, o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915 – 1918)” .

 

MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE

ALLA BANDIERA DEL 5° REGGIMENTO ALPINI

MO

 

“Sul fronte greco, in cinquanta giorni di lotta senza tregua contro un nemico più forte di numero, di artiglierie, di armi automatiche, il 5° reggimento alpini, coi suoi battaglioni Morbegno, Tirano ed Edolo, fusi in un blocco granitico di forze spirituali e materiali, superando asprissime difficoltà di clima e di terreno, teneva testa eroicamente all’avversario, contestandogli il terreno a palmo a palmo e con il contegno risoluto ed aggressivo. Malgrado le fortissime perdite che lo avevano ridotto ad un pugno di eroi, continuava ostinatamente a combattere per l’onore della Patria e perché così vuole la forte tradizione alpina. Successivamente, su altro importante settore montano, fermo ed incrollabile sulle posizioni affidategli, riafferma con gloriose tenaci difese e con vittoriosi ardimenti offensivi, senza mai contare i sacrifici, la sua fama di preclaro valore guerriero. Magnifico esempio, nei capi e nei gregari di altissime virtù militari.

ALTURE di MORAVA, DUSHAR, VARRI, LAMIT, CUKA E LIGERIT, CUKA E GREVES, GURI I PRER, BREGU I MATH, SQIMARI - 14 Novembre – 30 Dicembre 1940

PUPATIT, GURI I TOPIT – Gennaio – Aprile 1941

 

 

MEGAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE

ALLA BANDIERA DEL 5° REGGIMENTO ALPINI

MO

“In sette mesi di durissima campagna sul fronte russo si dimostrava granitica e potente unità di guerra, saldissimo fascio di indomite energie, di ferree volontà e di leggendario ardimento. Durante una difficilissima manovra di ripiegamento dal fronte del Don, sempre vittoriosamente tenuto, i suoi battaglioni Morbegno, Tirano, Edolo, malgrado le eccezionali avverse condizioni di clima e di elementi, le asperrime estenuanti marce lungo le sterminate distese di neve, la mancanza assoluta di ogni rifornimento, davano continue fulgidissime prove delle loro fiere qualità guerriere. Operando con rara abilità in territorio insidiosissimo, pur spossati dalle più aspre fatiche e privazioni, superando ogni umana possibilità di resistenza fisica e mortale, a Scororyb, a Scheljakino, a Warwarowka, a Nikitowka, a Nikolajewka ed in altri numerosi durissimi combattimenti, stroncavano sempre nuove soverchianti forze nemiche appoggiate da potenti mezzi corazzati e con furore leonino rompevano il cerchio di ferro e di fuoco in cui l’avversario, rabbiosamente deciso di annientarli, si illudeva di averli ormai chiusi. Col loro intrepido valore e con la loro travolgente irruenza, in nobile gara di abnegazione, di arditezza e di irresistibile slancio con i battaglioni del reggimento gemello, travolgevano il nemico, ne contenevano e ne arginavano l’irruente avanzata, creando la indispensabile premessa alla ripresa ed aprivano la via della salvezza a numerose unità. Primi nell’offerta, nella sofferenza e nel sacrificio, i tre ferrei battaglioni, sempre fedeli alla loro antica tradizione, hanno superato con più che leggendario valore, il loro eroico passato di guerra”

FRONTE RUSSO: BASSOWKA, SCORORIB, SCHELJAKINO, NIKITOWKA, NIKOLAJEWKA agosto 1942 – Febbraio 1943

 

 

MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR CIVILE – Decreto 3 aprile 1926

 

“Accorrendo con meravigliosa prontezza a Gleno ed a Edolo sui luoghi devastati dalla disastrosa discesa delle acque del lago di Gleno nella valle di Angolo e più semplicemente a Darfo spiegando ardimentosa, proficua ed instancabile opera di soccorso a favore di quelle popolazioni, durante quindici rigide giornate, la maggior parte del battaglione Tirano del 5° alpini rinnovava le prove di altruismo, di tenacia, di spirito di sacrificio e di coraggio dato dalle truppe alpine in ogni occasione di pace o di guerra (Darfo – Brescia, dicembre 1923).

MEDAGLIA D’ARGENTO DI BENEMERENZA – Decreto 5 giugno 1910

 

“Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia e abnegazione nel portare soccorso alle popolazioni funestate dal terremoto calabro - siculo del 28 dicembre 1908

 

 

 

 

 

DECORATI di MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE DEL BATTAGLIONE

 

 

NICOLA LORENZO , nato a PIOSSASCO (Torino) il 13/01/1917

Tenente della 49^ compagnia alpini - MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

Ten. Nicola

 
Reduce dal fronte occidentale e dalla guerra greco-albanese partiva volontario al comando di un plotone per il fronte russo. Nella grande ansa del Don, durante accaniti attacchi nemici contro nostre posizioni avanzate, metteva in evidenza superbe virtù di tenacia e di ardimento, contrattaccava ripetutamente con risolutezza e decisione, infliggendo, all’avversario gravi perdite di uomini e di mezzi. Sul fronte di Belegory dopo aver attivamente collaborato ad allestire un’importante attrezzatura difensiva, eseguiva varie audaci pattuglie, spingendosi profondamente in territorio nemico. Iniziatasi la “Rottura di contatto” si offriva spontaneamente di assumere il difficile comando di truppe destinate alla copertura, rimandando con il suo reparto di retroguardia. Durante una lunga marcia attraverso la steppa inospitale, sotto l’infuriare della tormenta e l’incrudire dei più impensati disagi, benché menomato da grave congelamento alle mani, si preoccupava di mantenere la compattezza del proprio plotone, e con esso partecipava a tutti i successivi combattimenti per rompere il cerchio nemico. Accesasi la violenta battaglia di Arnautowo (Nikitowka), dopo essere intervenuto a contrastare con violenti assalti le preponderanti forze avversarie, che tentavano di incunearsi sul fianco sinistro della colonna, visto cadere il proprio comandante di compagnia, pur avendo le mani paralizzate per il sopravvenuto congelamento di terzo grado, assumeva il comando del reparto e balzava alla testa dei propri alpini, trascinandoli in un vittorioso assalto in cui l’avversario veniva sgominato e costretto a disordinata fuga. Nell’impeto travolgente, egli, eroica figura di soldato e di volontario, cadeva mortalmente colpito in fronte, immolando la propria giovinezza a un grande ideale ed al più puro dei sacrifici. (Fronte russo, quota 228, quota 226,7 – Belogory – Arnautowo, 9 settembre 1942 – 26 gennaio 1943)

 

 

GRANDI GIUSEPPE , nato a LIMONE (Cuneo) il 20/02/1914

Capitano della 46^ compagnia alpini - MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

Cap. Grandi


Magnifica figura di comandante di compagnia, le cui virtù hanno avuto modo di essere particolarmente notate fin dai primi giorni in cui assumeva posizioni sul fronte orientale. Situazioni critiche e minacciose furono da lui affrontate con freddo calcolo e con indornito coraggio. L’attività del capitano Grandi è stata talmente preziosa e infaticabile da metterlo in evidenza come uno dei soldati più meritevoli cui resta indissolubilmente legata la granitica opera difensiva che fece delle linee della sua divisione un baluardo insormontabile. Durante un arduo e difficile ripiegamento, allo scopo di sventare una irruenta manovra nemica di aggiramento, infervorati con la voce e con l’esempio i suoi alpini, si lanciava irresistibilmente nel cuore della mischia, riuscendo dopo aspra e sanguinosa lotta ad arrestare e frantumare il poderoso urto di un nemico superiore in uomini e in mezzi. Ferito all’addome e consapevole della fine imminente, non desisteva dall’animare i propri uomini. Vedendo intorno alla sua slitta insanguinata pochi alpini superstiti, silenziosi e addolorati, trovava la forza di incitarli ad esultare per il superbo successo conseguito e ad intonare con lui la strofa di una nostalgica canzone: “Il comandante la compagnia l’è si ferito e sta per morir…”. Come un vasto, religioso corale si diffonde allora nella distesa gelida della steppa la voce degli alpini, quale simbolo imperituro della tenace gente della montagna, del suo incomparabile spirito di sacrificio, del suo eccezionale ardimento, della sua inconcussa fede nella vittoria. (Quota 228, quota 226,7 – Belegorny – Arnautowo, Russia, 9 settembre 1942 – gennaio 1943

 

 BRIOLINI FRANCO , nato ad ALBINO (Bergamo) il 29/05/1908

Capitano della 49^ compagnia alpini – MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILIATARE

Cap Briolini

Comandante di compagnia alpina capace ed ardito trasformava in cinque mesi di operazioni sul fronte russo il suo esuberante entusiasmo ed il suo elevato senso del dovere nei suoi alpini, formando del reparto un solido ed aggressivo strumento di guerra, temprato contro tutte le avversità e gli ostacoli del difficile settore operativo. In un momento particolarmente critico di un aspro combattimento, ricevuto l’ordine di contrattaccare in nemico che, superiore in uomini e mezzi, stava attaccando una colonna di ripiegamento, benché conscio della sua superiorità numerica, senza armi di accompagnamento, con poche munizioni e con uomini sfiniti dalle lunghe marce nella steppa gelida e dalle privazioni, consapevole del sacrificio, si metteva alla testa dei suoi alpini e li trascinava in assalto disperato che sorprendeva il nemico sconvolgendone le file e mettendolo in fuga. Nel generoso ed eroico tentativo immolava la sua giovane vita, supremo olocausto di una delle più tipiche figure della gente della nostra montagna che addita la via del sacrificio e del dovere; morente incitava ancora i suoi alpini al grido di “Avanti, alpini; Viva l’Italia!”. (Arnautowo, Russia, 26 gennaio 1943)

 

PEREGO GIUSEPPE di Pietro, nato a SONDRIO il 27/09/1920

Tenente della 46^ compagnia alpini - MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

Ten. Perego


Comandante di plotone di compagnia alpina, in cinque mesi di permanenza in linea sul fronte russo, si prodigava incessantemente con l’esempio infondendo nei gregari coraggio e spirito di aggressività. Nei vari combattimenti sostenuti sul medio Don, rifulse per eroismo al comando di ardite pattuglie in esplorazione oltre le linee. Dopo aver partecipato con eroico spirito di sacrificio a ben nove combattimenti durante l’epico ripiegamento sulla steppa russa, pur menomato fisicamente da grave congelamento e durissime fatiche, prendeva parte volontariamente all’azione di Arnautowo, si lanciava con ardore leonino al contrassalto di preponderanti forze nemiche, alla testa dei suoi alpini e riusciva a sventare una minaccia avversaria con arditi lanci di bombe a mano. Con rinnovato ardore, animando i propri alpini con la parola e con l’esempio, incurante del fuoco avversario, intenso e micidiale, si portava sul fianco destro nemico per impedire l’accerchiamento della colonna ed impegnava nuovamente l’avversario costringendolo a ripiegare. Nel proseguimento dell’azione, colpito all’addome da una raffica di mitragliatrice, rifiutava di farsi trasportare al posto di medicazione e con sforzo supremo, conscio dell’imminente fine, animava i suoi alpini con i gesti e la esistenza tutta dedicata alla Patria al grido di “Viva l’Italia! Viva gli Alpini”. Esempio di purissimo eroismo, di abnegazione insuperabile e di assoluta dedizione alla Patria. (Medio Don – Belogory – Arnautowo – Nikitowka, fronte russo, 9 settembre 1942 – 26 gennaio 1943).

 

PIATTI GIOVANNI , nato a COMO il 26/01/1910

Tenente della 48a compagnia alpini - MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

Ten. Piatti

Comandante di compagnia in cinque mesi di permanenza in linea sul fronte russo dimostrò sempre competenza, entusiasmo ed alacrità degna di una tempra tenace di soldato valoroso, completo ed inflessibile. Le molteplici e temerarie pattuglie da lui personalmente guidate entro il dispositivo avversario con la conseguente cattura di armi e prigionieri, gli fruttavano i ripetuti ambiti elogi delle
autorità superiori. Durante il tragico ripiegamento dalle rive del Don nonostante che la tormenta e la temperatura polare lo intacchino gravemente agli arti inferiori, la sua costante preoccupazione è quella di mantenere salda la compattezza e l’omogeneità del proprio reparto, riuscendo a tenere sempre vivo nei propri alpini lo spirito combattivo pur dovendo avanzare attraverso una continuità esasperante di combattimenti, di privazioni e disagi. A Nikolajewka, già con i piedi congelati e ferito da scheggia di mortaio, manteneva egualmente il comando del suo reparto e richiesto di dar man forte per spezzare l’ultimo cerchio di ferro, parte in testa alla propria compagnia con slancio che ha del sovrumano, riuscendo a travolgere in un violento contrassalto corpo a corpo, caparbi e micidiali centri di fuoco. Colpito mortalmente una seconda volta, le sue ultime parole sono di risoluto incitamento ai superstiti perché non desistano dall’incalzare il nemico ormai in rotta ed a proseguire vittoriosi attraverso il varco decisamente aperto. Esempio di preclari virtù militari e di eroico spirito di sacrificio. (Quota 229 – 226,7 – Belegory – Nikolatewka, fronte russo, 9 settembre 1942 – 26 gennaio 1943).

 

 

SLATAPER GIULIANO , nato a Trieste il 10/10/1922

Sottotenente della compagnia comando di battaglione - MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

Ten. Slataper

Educato ad una severa disciplina militare, che gli veniva spontaneamente suggerita da un’eroica tradizione di famiglia, sapeva per ogni dove, con l’esempio, fare del proprio plotone un gruppo di animosi più volte distintisi per avere portato a termine ardue e pericolose puntate nel solido schieramento nemico. Durante il gelido estenuante ripiegamento, assolveva importanti e delicati compiti, partecipando ad aspri combattimenti e sopportando con stoica fermezza, benché febbricitante, i più duri disagi. Durante una grave crisi, slanciatosi volontariamente nella mischia alla testa dei suoi alpini, attaccava deciso una postazione nemica e l’annientava in un ardito assalto con bombe a mano, permettendo il proseguimento della colonna. Benché gravemente ferito al viso si risollevava e con rinnovato impeto trascinava i propri uomini all’inseguimento di un gruppo di fuggiaschi. Ferito una seconda volta mortalmente, in un estremo sforzo di volontà, estraeva l’ultima bomba a mano e la lanciava contro il nemico. Degno continuatore di una stirpe di eroi, cadeva fiero di poter offrire la giovane vita in olocausto alla Patria, il suo ultimo saluto di soldato e di cittadino suonava ancora una volta di suprema sfida all’avversario gridando: “Viva l’Italia. Viva il 5° Alpini”. (Medio Don, Arnautowo, fronte russo, 9 settembre 1942 – 26 gennaio 1943)

 

 

 

SONCELLI GIOVANNI, nato a TORRE S.MARIA (Sondrio) il 18/03/1915

Sottotenente della 49^ compagnia alpini - MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

Ten. Soncelli

Volontario universitario comandante di un plotone alpino sul fronte russo compiva, al comando di pattuglia, le più rischiose esplorazioni notturne affrontando più volte reparti nemici e catturando armi e prigionieri. Durante un aspro combattimento accorreva prontamente col suo plotone di rincalzo e con manovra abilissima e di sorpresa attaccava il fianco sinistro del nemico sgominandolo e costringendolo a ripiegare con numerose perdite di uomini e materiale. In successiva violenta azione, caduti il suo comandante e quasi tutti gli ufficiali della compagnia, assumeva il comando dei valorosi superstiti e si lanciava con estrema veemenza e indomito coraggio al contrassalto benché gravemente congelato ai piedi. Alla testa dei suoi prodi, nell’impeto dell’audace inseguimento trovava eroica morte. Esempio luminoso di cosciente eroismo che onora il suo nome, il Corpo, l’Esercito e la Patria. (Medio Don, Belogory, Arnautowo, fronte russo, 9 settembre 1942 – 26 gennaio 1943)

 

 

MADALENA NICOLO' nato a Sanremo nel 1893 e deceduto nel 1913

Maggiore, Comandante del Battaglione alpini Tirano

Magg. Madalena

 

Colonnello (comandante del 26° Reggimento di fanteria).-MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE. Nell'offensiva verso Ettangi, guidava all'attacco i dipendenti reparti con eroico coraggio, riuscendo a conquistare i trinceramenti di Sidi Garbàa ed a mantenervisi parecchie ore malgrado l'energica controffensiva nemica. Ferito poi mortalmente si opponeva che lo trasportassero altrove e rimaneva sul sito, continuando a dare disposizioni finchè spirava con stoica serenità. (Sidi Garbàa, Libia, 16 Maggio 1913).

 

 

RENATO ASSANTE, nato a Istanbul l'11/11/1921

Alpino del Battaglione Tirano - D’ORO AL VALOR MILITARE.

Alp. Assante

 

“Forte tempra di Italiano, nato e vissuto in paese straniero, quando la Patria – straziata dal tradimento – fece appello ai suoi figli migliori, vincendo ostacoli d’ogni sorta, riuscì ad arruolarsi nelle rinascenti forze della Repubblica Sociale Italiana. Volontario in ogni ardimentosa impresa, suggellò col dono della vita l’attaccamento alla terra della sua razza, cadendo – dopo aver lottato in maniera superba nell’ultimo assalto vittorioso per la riconquista d’importante posizione.

Chenaillet (Alpi Occidentali) - 20/10/1944.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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