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LA PRIMA GUERRA MONDIALE

IL BATTAGLIONE “TIRANO” NELLA 1° GUERRA MONDIALE ANNO 1915.

Il “Tirano” prende parte alla guerra ‘15-18 con le compagnie 46°, 48°, 49°, 89°, e 113°. All’inizio delle ostilità il battaglione rinforza i posti di osservazione stabiliti, sin dall’inverno del 1914, alla testata della Valtellina: I Cantoniera, Tettoia del Palone, Cà Bruciata, Fortini, Ricovero del Braulio, Capanna Cedèc, Rifugio di Gavia, e distacca pattuglie che si spingono al Gioco dello Stelvio, al M. Scorluzzo, ai passi dell’Ablès e del Cevedale col compito di prendere contatto con le forze nemiche per dare il tempo alle nostre truppe ed artiglierie (5° divisione – III corpo d’armata) di affluire sulle posizioni prestabilite. Il 4 giugno gli austriaci occupano M. Scorluzzo, obbligando una nostra pattuglia a ripiegare. Il 16, il “Tirano”, dopo avere proceduto all’occupazione di posizioni necessarie per la nostra difesa, risulta dislocato tra Bagni Vecchi, Bormio, I Cantoniera, Galleria del Palone, Fortini, Ricovero del Braulio, IV Cantoniera, Filone del Mot, Passo del Caprinel, S. Caterina di Valfurva, Rifugio di Gavia, Capanna Cedèc, Passo dell’Ablès, dove i reparti attendono a lavori di fortificazione. Il 26 luglio, la 46° compagnia procede all’attacco della posizione nemica di M. Scorluzzo, minacciandone i fianchi dal Filone del Mot e dalle Rese, mentre la 48° e 49° agiscono dimostrativamente contro le Platigliole, il Nagler Spitz ed il Giogo dello Stelvio. L’azione, però, nonostante l’ardimento degli alpini, non riesce. Il 13 agosto la 113° compagnia, con due plotoni della 2° compagnia Volontari Alpini “Morbegno”, in concorso all’azione svolta dalle truppe del Settore Val Camonica, tenta di raggiungere le posizioni dei Corni del Morto (M. Giumella – M. Mandriole). L’azione, mancata la sorpresa per l’impossibilità di procedere al coperto, fallisce. In seguito il “Tirano” si stabilizza sul fronte provvedendo al rafforzamento delle difese ed all’azione di numerose pattuglie che mantengono attiva la sorveglianza nel settore. Col sopraggiungere dell’inverno, precoce in quella zona, il 17 ottobre assume la seguente dislocazione più adatta a proteggere i reparti dai rigori del freddo: IV Cantoniera – Rese di Scorluzzo (q. 2825), Filone e Lago del Mot, Passo del Crapinel, Le Buse, II Cantoniera, Passo dell’Ablès, Lago Alto, Albergo Ghiacciaio del Forno, Capanne Cedèc e Milano, Rifugio di Gavia. Nel mese di novembre, la 113° compagnia, ceduta la linea alla 246° del “Valtellina”, scende a Cepina, iniziando così un turno di riposo tra i reparti del battaglione. Fino al termine dell’anno nonostante le grandi difficoltà opposte dall’altra montagna, l’attività delle pattuglie non cessa, mentre le compagnie lavorano per la costruzione di ricoveri e di rifugi.

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ANNO 1916. Sino alla seconda metà del marzo 1916, il “Tirano” rimane in linea nelle posizioni del settore Valtellina, e, se l’attività bellica è limitata ad azioni di pattuglie, la lotta contro la tormenta e contro le valanghe, che specie in febbraio mietono vittime, non è meno dura per i reparti, spesso bloccati in località che fino allora erano state ritenute impraticabili. Il 13 marzo, il battaglione perde le compagnie 89° e 113°, destinate alla costituzione del “M. Stelvio”. Il 22 cedute le linee all’”Aosta”, per Bormio e Bolladore, raggiunge Tirano; il 28 si trasferisce a Cividale per spostarsi, il giorno seguente, a Lazic ed a Cicigolis; il 31, passato a far parte del Gruppo Alpini A (poi 1° Gruppo – IV Corpo d’Armata), si accantona a Ravna ove impiega i suoi reparti in trasporti e lavori di riadattamento stradale. L’8 aprile sostituisce il “Morbegno” nelle trincee del Vrsic e vi rimane, senza avvenimenti notevoli, fino al 5 maggio. Il giorno successivo, ricevuto il cambio dallo “Stelvio”, si porta a Planina Za Kaju, adibendo le sue compagnie a lavori. Il 23 fa ritorno in linea, alla testata dello Slatenik (pendici Krasji Vrh – q. 1270 – costone Vrsic), svolgendo, specialmente durante l’offensiva austriaca del Trentino, azioni di pattuglia e catturando prigionieri. Per concorrere all’operazione che le truppe del Settore Saga devono svolgere per la conquista del M. Rombon, il 1° Gruppo riceve ordine di impegnare fortemente l’avversario. Al “Tirano” è affidato il compito di puntare contro il “Bosco dei Faggi” (costone Vrsic) tenendosi collegato con lo “Stelvio” che agisce contro il “Cocuzzolo Austriaco”. Il 15 settembre 1916 il battaglione, affidate le linee ad una compagnia del I battaglione del 93° fanteria, si ammassa nel “Bosco Neutro” e nel “Bosco Costone”. Nel pomeriggio del 16, dopo il fuoco delle nostre artiglierie, la 46°, seguita dalla 49°, superati due ordini di reticolati, dopo una violenta lotta corpo a corpo, conquista una trincea nemica e si rafforza in una linea fronteggiante il bosco, ma a notte gli alpini ricevono ordine di ripiegare. La 48° compagnia, che in concorso allo “Stelvio” aveva lanciato i suoi plotoni contro il cocuzzolo del Vrsic, deve ripiegare anch’essa. I reparti, ritornati nelle trincee di partenza, vi permangono sino alla fine dell’anno, svolgendo azioni dimostrative dal 10 al 15 ottobre, in concorso all’azione svolta dalle truppe del Settore Saga, contro il piccolo Javorcek, e mantenendo una notevole attività di pattuglia.

         
   
                                   fucile 1 

Fucile Mannlicher M 95 : era     il fucile che i Soldati Italiani della Grande Guerra mondiale si trovarono contro. La     guerra fu vinta ma su questo fucile continuò ad aleggiare la triste fama di     attrezzo mortale. I Soldati Italiani lo chiamarono TA-PUM per il rumore che si sentiva nelle trincee. I tiratori Austro-Ungarici sparavano da molto lontano,     prima si sentiva lo schianto della pallottola TA, poi arrivava il rumore della detonazione PUM.   

   

 

ANNO 1917. Sostituito il linea dal II battaglione del 97°fanteria, il “Tirano”, sempre alle dipendenze del 1° Gruppo (I Raggruppamento), il 25 gennaio 1917 si trasferisce a Magozd e quindi, per S. Pietro al Natisone e Reana del Rojale, il 29 accantona a Treppo Grande, Zeglianutto e Zegliacco, nella zona di Udine, ove con gli altri battaglioni del Raggruppamento, compie un lungo periodo di riordinamento e riposo. Il 17 marzo, per ferrovia, raggiunge Primolano e per via ordinaria sale sull’altopiano dei Sette Comuni dislocandosi il 19 a Pra Campofilone e passando, insieme agli altri reparti del Raggruppamento che si concentra nella zona, alle dipendenze della 52° Divisione (XX Corpo d’Armata). Dal 23 aprile al 5 maggio distacca le dipendenti compagnie sulla seconda linea M. Cucco di Moline – Spitz Keserle, per lavori di sistemazione difensiva. Dal 6 maggio al 2 giugno presidia le trincee di M. Forno e, dopo un breve periodo di riposo e di preparazione a Roccolo Cattagno, il giorno 8 si ammassa a Baita dell’Aja per partecipare all’azione contro M. Ortigara. Il 10 giugno 1917 questa ha inizio ed il IV Raggruppamento (colonna di destra della 52° Divisione), cui spetta conquistare l’Ortigara, riesce ad affermarsi a q. 2101 ed al Passo dell’Agnella. Il “Tirano”, che nel corso del combattimento si era portato sulle pendici di q. 2101 distaccando la 48° compagnia nelle posizioni del predetto passo, nella giornata dell’11 rinforza con la 49° lo “Spluga” che, in unione ai reparti dell’8° Gruppo, tenta invano di sfruttare il successo del giorno precedente, avanzando verso il Passo di Val Caldiera. Fino al giorno 14, il battaglione è riunito sulle pendici dell’Ortigara e nella notte del 15 riceve ordine di sostituire in linea il “M. Clapier”. Durante il cambio, il nemico, dopo un breve ma furioso bombardamento, sferra l’attacco con l’intenso fuoco di bombe a mano. La lotta si accende violenta, ma la vivace reazione degli alpini, mantenendo intatte le nostre posizioni, ricaccia le ondate nemiche, catturando prigionieri ed un grosso bottino di guerra. Il “Tirano”, ridotto negli effettivi per le perdite subite, nella notte del 16 viene sostituito nelle trincee dal “Val Dora” ed il giorno seguente accampa a Cima della Campanella per riordinarsi. Ma un nuovo poderoso attacco, sferrato dal nemico il 25 giugno, obbliga le nostre truppe a ripiegare dalle quote 2101 e 2105 dell’Ortigara e dal Passo dell’Agnella e determina l’urgente impiego dei rincalzi per arginare l’avanzata e per contrattaccare. Il battaglione riceve ordine di portarsi a Passo dell’Agnella, riconquistato dal “Cuneo”, ma la marcia procede lenta, perché ostacolata da intenso fuoco di artiglieria e mitragliatrici, ed i reparti giungono in linea esausti e distanziati. Ciò nonostante, con ammirevole slancio, gli alpini riescono a giungere fin sotto le trincee di q. 2101, ove però, non possono fermarsi. I superstiti sono costretti a ripiegare, tenendosi a stretto contatto col nemico e nella notte una compagnia si porta nei trinceramenti di Passo dell’Agnella in collegamento col “Cuneo”. Il giorno 26 i resti del battaglione si spostano in queste trincee, dove rimangono fino al 28, giorno in cui vengono fatti ripiegare a Cima della Campanella. Il 23 luglio, inquadrati i complementi, il “Tirano” sostituisce lo “Stelvio” nella linea Cima del Campanaro – Pozzo della Scala, ove rimane fino al 17 agosto, per trasferirsi il giorno seguente a Spitz Keserle e Fontanello Stincar, ritornando alle dipendenze del proprio gruppo (1°). Il 22 ottobre è a Roccolo Cattagno per lavori. Le conseguenze del ripiegamento, determinato dall’offensiva austro-tedesca sul fronte Giulia, si ripercuotono sugli altopiani. Il 7 novembre, anche la 52° Divisione inizia il movimento per l’occupazione delle linee arretrate prestabilite. Il battaglione, già spostatosi il giorno precedente al bivio Dori, l’8 disloca i suoi reparti sulle pendici di Col di Chior e di Col Bonato (S. Marino) a sbarramento della Val Brenta, presso l’abitato di Collicello. Un plotone della 48° compagnia distaccato il 12 a Col di Chior per collegarsi col 9° Gruppo, il 13 viene attaccato e, dopo accanita resistenza, accerchiato e sopraffatto. Il 14, le prime pattuglie avversarie prendono contatto coi nostri posti avanzati in Val Brenta e il mattino del 15 gli Austriaci attaccano in forza, ma vengono respinti con gravi perdite. Più tardi un’ardita pattuglia della 49° compagnia si lancia contro un forte nucleo nemico, riuscendo a disperderlo ed a catturare alcuni prigionieri. Nel pomeriggio il “Tirano” ripiega su Carpanè ed occupa lo sbarramento di Costa Alta, protetto dalla 49° compagnia e da mitragliatrici, che raggiungono il grosso il giorno 18, dopo aver avuto il cambio nelle posizioni di S. Marino dalla 54° del “Vestone”. Intanto la 46° e la 48° si trasferiscono nei pressi di Col Moschin, per procedere al rafforzamento di quell’importante caposaldo e qui il 24 novembre, si trova riunito tutto il battaglione. Segue un periodo di continui spostamenti in relazione alla situazione tattica. Il 26, il “Tirano” si accampa a sud di Col della Berretta, dal 27 al 2 dicembre si sposta nei dintorni di Cà d’Anna per la sistemazione della linea difensiva a sud di Col Caprile, dal 3 al 5 – continuando i predetti lavori – a nord di Col Del Miglio. Ritornato alle dirette dipendenze del I Raggruppamento, dal 6 al 27 dicembre, presidia lo sbarramento di Valstagna e – tenendosi pronto per essere impiegato – viene adibito a lavori difensivi. Il giorno seguente – avendo il nemico intaccata la nostra linea Col d’Echele – Col del Rosso – si porta sulle posizioni: pendici di Col d’Echele, testata di Val di Sasso, Valle Scausse, col compito di impedire infiltrazioni nemiche nella predetta Val di Sasso.

ANNO 1918. La 52° Divisione, in concorso all’operazione che svolge il XXII Corpo d’Armata contro M. Valbella, Col del Rosso e Col d’Echele, deve assecondare la 33° Divisione nell’attacco delle posizioni nemiche dei predetti colli. Ai battaglioni “Bassano”, “M. Baldo” e “Tirano” – dislocati allo sbarramento della testata di Val di Sasso – è affidato il compito di concorrere all’azione della brigata Sassari, attaccando il tratto di fronte nemico da C. Ruggi a quota 1039. Il 28 gennaio 1918 le compagnie 46° e 48° – unitamente ai reparti del “M. Baldo” – con ardita avanzata raggiungono tutti gli obiettivi occupando anche le rovine delle case d’Echele e, coronando il ciglio della posizione, prendono collegamento con i reparti del 152° fanteria che avevano raggiunto anch’essi la cima del colle. Respinto un contrattacco nemico, nella notte le due compagnie ricevono il cambio dal I Battaglione del 157° fanteria ed il battaglione si disloca A Sasso ed a Pozza della Cerisara. Il valore dimostrato dagli alpini del “Tirano” è premiato dalla citazione nel bollettino di guerra del Comando Supremo del 30 gennaio. Il 14 febbraio – con altri battaglioni dello sbarramento – si trasferisce a nord-ovest di C. le Mandre (C. Pirche), distaccando un plotone a Pizzo Razea, che però, il giorno 11, rientra al reparto; il 27 si sposta a Lora Alta ed a Prà Lungo. Il 1° marzo, unitamente al I Raggruppamento – che si porta a riposo a sud di Marostica – accantona a Marsan e con la ricostituzione dei due Raggruppamenti I e II, che costituiscono la 52° Divisione, rimane assegnato al 1° Gruppo (I Raggruppamento). Questo, l’11 marzo si trasferisce nella zona a nord di Vicenza ed il “Tirano”, il giorno 14, è dislocato ad Altavilla, per poi spostarsi il 27 – unitamente agli altri reparti – nella zona di Marostica, accantonando a Ca Locate e Cresole e dal 31 maggio al 16 giugno a sud della Contrada Oppio. Per la battaglia del Piave, il Raggruppamento si riunisce a Valle S. Floriano pronto a essere impiegato sulla fronte del XX Corpo d’Armata. Il battaglione da Case Piazzetta si porta il 17 giugno a Palazzo Storto, nella zona a nord-est di Bassano, per guarnire la linea stabilita sulle colline di Mussolente. Il 22, occupa con elementi dei dipendenti reparti la linea Torte – M. La Gusella – Val delle Cave. Il raggruppamento subisce un nuovo spostamento nella zona a nord di Marostica ed il “Tirano” – il 4 luglio – si disloca a Case Marosi. Il 9 agosto accampa, con altri battaglioni, sulle pendici di M. Campo Rossignolo per una eventuale occupazione della linea marginale del settore franco-inglese e il giorno successivo ritorna nei precedenti accantonamenti. Dal 23 settembre al 9 ottobre 1918, assume la difesa dei trinceramenti di M. Pelago. IL 10 insieme agli altri battaglioni, si trasferisce nella zona a sud di Marostica, accantonandosi a Corsara di Nove ed il 17 si sposta a Capitello Vecchio – nella zona di Bassano – ove si concentrano i reparti della 52° Divisione, in attesa di partecipare alla prossima offensiva. IL 24 ottobre hanno inizio le operazioni, ma il passaggio del Piave da parte del Raggruppamento che – in concorso alla 23° Divisione francese – deve procedere alla conquista delle alture a nord di Valdobbiadene, viene ritardato a causa delle cattive condizioni atmosferiche. I reparti, che hanno iniziato la marcia di avvicinamento alle prime linee, vengono arrestati e il “Tirano” si accampa a nord-est di Pagnano. Nella notte del 26 solo due battaglioni riescono a portarsi sulla sinistra del fiume, perché il ponte viene distrutto dal tiro nemico. Il “Tirano”, intanto, raggiunge Carogna e solo all’alba del 29 passa il Piave a Molinetto. L’avanzata procede quindi rapida e travolgente. Il battaglione – superata nel pomeriggio la resistenza nemica a Casare S. Maria – a sera, s’impossessa di M. Barbaria, ed il giorno seguente di Col Ortighèr e di M. Cesen. Il nemico è in piena ritirata ed i reparti del “Tirano”, il 31, dopo aver respinte le ultime retroguardie avversarie, occupano M. Artent Molinello, Sabie e Canai. Il 1° novembre il Gruppo si ammassa nella valle del Piave per un’ulteriore avanzata che viene arrestata dalla cessazione delle ostilità.

CITAZIONI SU BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO

Bollettino di Guerra n. 981 (30 gennaio 1918, ore 13)

“Valorose truppe della zona altopiani hanno felicemente coronato l’azione da esse iniziata il giorno 27 ad est di Asiago, strappando al nemico munite posizioni ad occidente della Val Frenzela. Conquistati fin dal giorno 28 e mantenuti con grande valore il Col del Rosso ed il Col d’Echele, premuto e sospinto l’avversario nella regione di Sasso Rosso, ributtati all’arma bianca i numerosi suoi contrattacchi, nella giornata di ieri il successo venne ampliato con l’espugnazione del Monte di Valbella. Fortissime furono le perdite inflitte al nemico che ebbe due divisioni quasi completamente distrutte; notevole il bottino di guerra, non del tutto calcolato ma comprendente finora: oltre 100 ufficiali e 2500 uomini di truppa prigionieri; 6 cannoni di vario calibro; circa 100 mitragliatrici; numerose bombarde; parecchie migliaia di fucili; ingentissima quantità di munizioni e materiale di varia specie. Violenta fu la reazione dell’artiglieria nemica sulle posizioni conquistate, rapidi e potenti i concentramenti del nostro fuoco fin sui più lontani obiettivi. Numerosi i tentativi di ricognizione e d’offesa dei velivoli nemici; pronta l’aggressività dei nostri ed aggiustato il tiro antiaereo, che nelle due giornate abbatterono 17 apparecchi avversari. Durante le azioni dei giorni 28 e 29 l’eroica brigata Sassari (151° - 152°), ed in particolar modo il 151° reggimento fanteria riconfermò il valore della sua gente e la gloria delle sue bandiere; i reparti d’assalto I, II e III, la IV brigata bersaglieri (reggimenti 14° e 20°), col suo reparto d’assalto (IV), il 5° reggimento bersaglieri, i battaglioni alpini Val d’Adige, Stelvio, M. Baldo e Tirano, assolsero magnificamente il loro compito e furono all’altezza del loro nome e delle proprie fulgide tradizioni”.

                                                                                                               Gen. Armando DIAZ

Bollettino di Guerra n. 1272 (7 novembre 1918, ore 13)

“Sul fronte occidentale il nostro II corpo d’armata dal giorno 4 corrente partecipa brillantemente all’offensiva in corso. Mosso dalla regione di Sissonne superò formidabili sistemazioni nemiche tra Chivres e la Rocchelle (nord-est di Sissonne), occupò Le Thuel, vinse forti resistenze lungo il torrente Hurtaut e nella giornata del 6 conquistò in lotta accanita Rozoy-Sur- Serre. Sul fronte italiano le nostre truppe, accolte ovunque col massimo entusiasmo, sono entrate in Bolzano e in Merano. Al glorioso elenco delle unità che hanno meritato l’onore della citazione per l’ardimento ed il valore dimostrato nella battaglia da tutte le loro truppe e dai comandi nel vincere tenaci resistenze nemiche e gravi difficoltà di terreno, debbono aggiungersi: il X corpo d’armata della 1° armata; la 54° divisione della 3° armata; il XXV corpo d’armata della 7° armata; il XIV corpo d’armata britannico (7° – 23° divisione); il XVIII corpo d’armata ITALIANO (33° – 56° divisione), l’XI corpo d’armata Italiano con la sua 37° e con la 23° divisione di fanteria francese, le brigate Re (1° - 2°), e Trapani (149° e 150°), e il I raggruppamento alpini (battaglioni Bassano, Verona, Stelvio, Tirano, Morbegno, M. Baldo e la 742° compagnia mitragliatrici), della 12° armata”.

                                                                                                Gen. Armando DIAZ

UFFICIALI MORTI IN COMBATTIMENTO, IN SEGUITO A FERITE O IN PRIGIONIA: Capitano Gamba Giuseppe (nato a Susa morto il 15/06/1916 osp. Cividale) Tenente Neri Vito (nato a Piacenza morto il 31/05/1916 q.1270, M.Vrsic) Tenente Porro Giovanni (disperso – nato a Milano morto il 16/09/1916 M. Vrsic) Tenente Rossi Mario (nato a Fobello Sesia morto il 15/06/1917 M. Ortigara) S.Ten. Butti Fortunato (nato a Valmadrera –CO- morto il 06/09/1916 Inferm. Za kraju) S.Ten. Ortis Berengario (nato a Vito d’Asio morto il 28/01/1918 Col d’Echele) S.Ten. Salvi Francesco (nato a Milano morto il 25/06/1917 M. Ortigara) S.Ten. Sacchiero Giovanni (nato a Creazzo morto il 28/01/1918 Col d’Echele) S.Ten. Sonzogni Giuseppe (nato a Nese morto il 23/05/1917 Malga Pastori) Aspirante Cozzi Antonio (medico - nato a Milano morto il 30/06/1916 M. Vrsic) Aspirante Perico Livinio (disperso – nato a Sirone –Lecco- morto il 15/06/1917 M. Ortigara) Aspirante Zanetti Carlo (nato a Vagolino morto il 16/06/1916 M. Vrsic) UFFICIALI MORTI PER MALATTIA: Tenente Testi Pietro (nato a Bologna morto il 13/10/1918 Osp. d. C. 004) Tenente Surdi Carlo (nato a Binetto morto il 13/10/1918 Osp. d. C. 004) Aspirante Papi Anacleto (nato a Castelnuovo Garfagnana morto il 10/10/1918 Osp. d. C. 132)

MILITARI DECORATI CON MEDAGLIA D’ARGENTO E DI BRONZO AL VALOR MILITARE. Medaglia d’argento: n.26 ufficiali – n.27 truppa Medaglia di bronzo: n. 63 ufficiali e militari di truppa

SERVIZI PRESTATI IN LINEA: Anno 1915 – dal 24 maggio al 31 dicembre (Alta Valtellina: Stelvio – Valle del Zebrù – Valfurva) Anno 1916 – dal 1° gennaio al 21 marzo (Alta Valtellina: Stelvio – Valle del Zebrù – Valfurva) – dall’8 aprile al 5 maggio (M. Vrsic) – Dal 23 maggio al 31 dicembre (pendici Krasji Vrh – Q. 1270 – M. Vrsic). Anno 1917 – Dal 1° al 24 gennaio (pendici Krasji Vrh – Q. 1270 – M. Vrsic) – Dal 6 maggio al 2 giugno (M. Forno) – Dal 10 al 28 giugno (battaglia di M. Ortigara) – Dal 23 luglio al 17 agosto (Cima del Campanaro – Pozzo della Scala) – Dal 6 novembre al 31 dicembre (Ripiegamento: Bivio Dori – Sbarramento di S. Marino e di Costa alta – Col Moschin – Col della Berretta – Cà d’Anna – Col Caprile – Col del Miglio – Sbarramento di Valstagna e di val di Sasso). Anno 1918 – Dal 1° gennaio al 28 febbraio (Sbarramento di val di Sasso – Col d’Echele – C. Ruggi – C. le Mandre – Lora alta – Prà lungo) – Dal 23 settembre al 9 ottobre (Settore Echar: M. Melago) – Dal 26 ottobre al 4 novembre (Carogna – Passaggio del Piave al Ponte di Molinetto – Casare S. Maria – M. Barbaria – M.Cesen – Col Ortighér – M. Artent – Mulinello – Stabie – Canai).

SERVIZI PRESTATI IN ZONA DI RIPOSO, LAVORI, TRASFERIMENTI, ECC.: Anno 1916 – dal 22 marzo al 7 aprile (Bormio – Bolladore – Tirano. Trasferimento: Cividale – Lazic – Cigicolis – Ravna). Dal 6 al 22 maggio (Planina Za Kraju). Anno 1917 – dal 25 gennaio al 5 maggio (Magozd – S. Pietro al Natisone – Reana del Rojale –Treppo Grande – Zeglianutto – Zegliaccio. Trasferimento: Primolano – Pra Campofilone – M. Cucco di Moline – Spitz Keserle). Dal 3 al 9 giugno (Roccolo Cattagno – Baita dell’Aja). Dal 29 giugno al 22 luglio (Cima della Campanella). Dal 18 agosto al 5 novembre (Splitz Keserle – Fontanello Stincar – Roccolo Cattagno). Anno 1918 Dal 1° marzo al 22 settembre (Marsan – Altavilla – Locate – Cresole – Casa Piazzetta – Palazzo Storto – Case Marosi). Dal 10 al 25 ottobre (Crosara di Nove – Capitello Vecchio- N.E. di Pagnano).

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